Titolo: Una vita non basta
Regia: Claude Lelouch
Anno produzione: 1988
Interpreti: Jean-Paul Belmondo, Richard Anconina, Marie-Sophie L.
Trama: Sam Lion è un trovatello che, dopo aver lavorato durante l'adolescenza in un circo, ha fatto fortuna divenendo un ricco imprenditore. All'apice del successo professionale decide di prendersi una lunga pausa e parte in barca. Dopo alcune settimane viene dato per disperso in mare e i figli e gli amici ne piangono la dipartita.
Il mio voto: 7/10
Commento:
Il film è diviso in due parti. Nella prima, tramite una fitta serie di flashback, sia da parte dei familiari ed amici di Sam che da Sam stesso, il regista ci mostra tutta la vita del ricco trovatello. Nella seconda parte c'è invece un colpo di scena che viene sviluppato in maniera intelligente, sino ad arrivare al lieto fine. Il risultato non è certo un capolavoro, ma col progredire della storia si rimane piacevolmente catturati dalle vicende del simpatico Sam-Belmondo. Piacevole.
venerdì 28 settembre 2007
giovedì 27 settembre 2007
La pelle
Titolo: La pelle
Regia: Liliana Cavani
Anno produzione: 1981
Interpreti: Marcello Mastroianni, Burt Lancaster, Claudia Cardinale
Trama: Durante la liberazione dai nazisti da parte delle truppe americane, un ufficiale italiano, Curzio Malaparte, fà da cicerone agli statunitensi in una Napoli ridotta alla fame ed alla disperazione (e alla prostituzione selvaggia).
Il mio voto: 7/10
Commento: Il film è tratto dal romanzo dello stesso Malaparte che, subito dopo i fatti, vissuti di prima persona, racconta l'inferno generato a Napoli, dalla povertà e dalla disperazione causate dalla guerra. La regista mostra in maniera cruda e forse anche un pò splatter (scusatemi il termine forse fuori luogo) un campionario di orrori quotidiani: dal soldato con le budelle di fuori, alle mamme che vendono i propri bambini, dai soldati americani che violentano, senza saperlo, una loro connazionale, ad un italiano festante che viene spiaccicato casualmente sotto un carro armato. Ci sono anche sprazzi di romanticismo come la storia del giovane militare di Cleveland che si innamora di una ragazzina o come quella della nobildonna che accoglie nella sua elegante casa dei poveracci moribondi. Insomma il film, come credo anche il romanzo, è un viaggio iperrealista e disturbante fra gli orrori provocati dalla guerra. Personalmente ho trovato le scene più sanguinolente piuttosto gratuite e la recitazione degli attori non mi ha convinto. Inoltre, non ho visto abbastanza film neorealisti (penso a "Paisà" o a "Roma città aperta" che mi riprometto di visionare quanto prima) per sapere se "La pelle" ha aggiunto qualcosa a quanto era già stato mostrato in altre opere. Sono perplesso.
Regia: Liliana Cavani
Anno produzione: 1981
Interpreti: Marcello Mastroianni, Burt Lancaster, Claudia Cardinale
Trama: Durante la liberazione dai nazisti da parte delle truppe americane, un ufficiale italiano, Curzio Malaparte, fà da cicerone agli statunitensi in una Napoli ridotta alla fame ed alla disperazione (e alla prostituzione selvaggia).
Il mio voto: 7/10
Commento: Il film è tratto dal romanzo dello stesso Malaparte che, subito dopo i fatti, vissuti di prima persona, racconta l'inferno generato a Napoli, dalla povertà e dalla disperazione causate dalla guerra. La regista mostra in maniera cruda e forse anche un pò splatter (scusatemi il termine forse fuori luogo) un campionario di orrori quotidiani: dal soldato con le budelle di fuori, alle mamme che vendono i propri bambini, dai soldati americani che violentano, senza saperlo, una loro connazionale, ad un italiano festante che viene spiaccicato casualmente sotto un carro armato. Ci sono anche sprazzi di romanticismo come la storia del giovane militare di Cleveland che si innamora di una ragazzina o come quella della nobildonna che accoglie nella sua elegante casa dei poveracci moribondi. Insomma il film, come credo anche il romanzo, è un viaggio iperrealista e disturbante fra gli orrori provocati dalla guerra. Personalmente ho trovato le scene più sanguinolente piuttosto gratuite e la recitazione degli attori non mi ha convinto. Inoltre, non ho visto abbastanza film neorealisti (penso a "Paisà" o a "Roma città aperta" che mi riprometto di visionare quanto prima) per sapere se "La pelle" ha aggiunto qualcosa a quanto era già stato mostrato in altre opere. Sono perplesso.
mercoledì 26 settembre 2007
Taxi driver
Titolo: Taxi driver
Regia: Martin Scorsese
Anno produzione: 1976
Interpreti: Robert De Niro, Jodie Foster, Cybill Shepherd
Trama: Un marine reduce dalla guerra del Vietnam, si ritrova a New York solo e insonne. Decide allora di diventare tassista di notte. I suoi tentativi di uscire dalla solitudine falliscono miseramente e questo, unito alla constatazione che la città è ormai annegata nel vizio, nel lerciume e nel crimine, lo porta a sprofondare ancora di più nell'isolamento e nell'alienazione e a convincersi di doversi fare giustizia da solo.
Il mio voto: 8/10
Commento:
Il fatto che io non avessi mai visto Taxi driver, pur avendone letto da sempre elogi ed approvazioni, rappresenta esattamente il mio status di "spettatore per caso", distratto e disorganizzato, che sono stato finora.
Ho approfittato quindi dell'ultimo passaggio televisivo su Rete 4, per non farmi sfuggire nuovamente il film di Scorsese.
Dunque... la storia, pensandoci a mente fredda e dopo parecchie ore dalla visione, non credo si possa definire il massimo dell'originalità. Ma "Taxi driver", a mio avviso, rappresenta un esempio, anzi direi un manifesto, di quello che dovrebbe fare il cinema. E cioè trasmettere emozioni.
Tutto, in questo film, contribuisce in maniera perfetta a calare lo spettatore nel taxi di Travis. Dalla musica di Herrmann (che, leggo, essere stato il musicista preferito da Hitchcock!), che evoca atmosfere urbane, alla fotografia "realistica", alla straordinaria interpretazione di De Niro completamente immerso nella parte dell'alienato e schizofrenico Travis, alla perfetta regia di Scorsese.
Un gran bel film: come ho fatto ad aspettare più di 30 anni per decidermi a vederlo!?!?
Regia: Martin Scorsese
Anno produzione: 1976
Interpreti: Robert De Niro, Jodie Foster, Cybill Shepherd
Trama: Un marine reduce dalla guerra del Vietnam, si ritrova a New York solo e insonne. Decide allora di diventare tassista di notte. I suoi tentativi di uscire dalla solitudine falliscono miseramente e questo, unito alla constatazione che la città è ormai annegata nel vizio, nel lerciume e nel crimine, lo porta a sprofondare ancora di più nell'isolamento e nell'alienazione e a convincersi di doversi fare giustizia da solo.
Il mio voto: 8/10
Commento:
Il fatto che io non avessi mai visto Taxi driver, pur avendone letto da sempre elogi ed approvazioni, rappresenta esattamente il mio status di "spettatore per caso", distratto e disorganizzato, che sono stato finora.
Ho approfittato quindi dell'ultimo passaggio televisivo su Rete 4, per non farmi sfuggire nuovamente il film di Scorsese.
Dunque... la storia, pensandoci a mente fredda e dopo parecchie ore dalla visione, non credo si possa definire il massimo dell'originalità. Ma "Taxi driver", a mio avviso, rappresenta un esempio, anzi direi un manifesto, di quello che dovrebbe fare il cinema. E cioè trasmettere emozioni.
Tutto, in questo film, contribuisce in maniera perfetta a calare lo spettatore nel taxi di Travis. Dalla musica di Herrmann (che, leggo, essere stato il musicista preferito da Hitchcock!), che evoca atmosfere urbane, alla fotografia "realistica", alla straordinaria interpretazione di De Niro completamente immerso nella parte dell'alienato e schizofrenico Travis, alla perfetta regia di Scorsese.
Un gran bel film: come ho fatto ad aspettare più di 30 anni per decidermi a vederlo!?!?
martedì 25 settembre 2007
Fino all'ultimo respiro
Titolo: Fino all'ultimo respiro
Regia: Jean-Luc Godard
Anno produzione: 1960
Interpreti: Jean-Paul Belmondo, Jean Seberg
Trama: Un ladro di auto, dopo essere stato costretto ad uccidere un poliziotto che lo inseguiva, si reca a Parigi da una ragazza americana di cui si era innamorato tempo addietro.
Il mio voto: 5/10
Commento:
Mi sono detto che era ora di fare sul serio, di passare a qualcosa di più impegnativo, di universalmente riconosciuto come pietra miliare della cinematografia mondiale. Mi sono detto che era ora di guardare l'opera prima di Jean-Luc Godard, del film manifesto della nouvelle vague.
Mha.
Sarà che è necessario contestualizzare, che quel montaggio schizzato e quei dialoghi inconsistenti (delle "pippe mentali" sull'insoddisfazione dell'esistenza e sull'amore-non-amore) erano voluti e funzionali alla rottura con la cinematogfia ufficiale del tempo, sarà che forse non ho gli adeguati riferimenti culturali o semplicemente ho un'esistenza banalmente priva di quei vuoti interrogativi che il regista pare voler porre, ma a me questo film è sembrato proprio brutto.
Salvo solo le immagini finali, le smorfie che Michel fà a Patrizia prima di morire.
Sono comunque aperto ad ogni commento di chi voglia spiegarmi se e perchè mi sbaglio.
Regia: Jean-Luc Godard
Anno produzione: 1960
Interpreti: Jean-Paul Belmondo, Jean Seberg
Trama: Un ladro di auto, dopo essere stato costretto ad uccidere un poliziotto che lo inseguiva, si reca a Parigi da una ragazza americana di cui si era innamorato tempo addietro.
Il mio voto: 5/10
Commento:
Mi sono detto che era ora di fare sul serio, di passare a qualcosa di più impegnativo, di universalmente riconosciuto come pietra miliare della cinematografia mondiale. Mi sono detto che era ora di guardare l'opera prima di Jean-Luc Godard, del film manifesto della nouvelle vague.
Mha.
Sarà che è necessario contestualizzare, che quel montaggio schizzato e quei dialoghi inconsistenti (delle "pippe mentali" sull'insoddisfazione dell'esistenza e sull'amore-non-amore) erano voluti e funzionali alla rottura con la cinematogfia ufficiale del tempo, sarà che forse non ho gli adeguati riferimenti culturali o semplicemente ho un'esistenza banalmente priva di quei vuoti interrogativi che il regista pare voler porre, ma a me questo film è sembrato proprio brutto.
Salvo solo le immagini finali, le smorfie che Michel fà a Patrizia prima di morire.
Sono comunque aperto ad ogni commento di chi voglia spiegarmi se e perchè mi sbaglio.
lunedì 24 settembre 2007
I basilischi
Titolo: I basilischi
Regia: Lina Wertmuller
Anno produzione: 1963
Interpreti: Stefano Satta Flores, Rosanna Santoro
Trama: Alcuni giovani di una cittadina meridionale tentano, con pochissimo impegno e nessun successo, di uscire dal noioso ed abitudinario vissuto quotidiano provinciale.
Il mio voto: 8/10
Commento:
Dopo le opere prime di Ozpetec e di Lizzani, perchè no, l'opera prima di Lina Wertmuller.
La scelta di vedere questo film, però, non è dovuta a questo, ma al semplice fatto che, essendo io barese, mi incuriosiva gaurdare come la regista romana avesse rappresentato dei miei corregionali (credo che il film sia stato girato a Minervino Murge).
Sono rimasto davvero favorevolmente impressionato. Il film, girato nel 1963, è di una attualità incredibile. L'immobilismo, purtroppo molto diffuso fra i giovani meridionali, è rappresentato in maniera divertente ma efficace. La frase che una delle protagoniste dice ad un giovane che aveva precedentemente usato come scusa per non impegnarsi in una coperativa, il doversi laureare, è particolarmente significativa: "Qua siamo quattro gatti , di cui tre laureati.". Bellissima anche la frase finale del film, lapidaria (non la ricordo esattamente ma più o meno...): "E così il suo trasferimento a Roma diventò solo uno dei tanti argomenti su cui chiacchierare, come anche il progetto della coperativa per produrre i salamini. Perchè è questo che si fà qui... si chiacchiera..."
Regia: Lina Wertmuller
Anno produzione: 1963
Interpreti: Stefano Satta Flores, Rosanna Santoro
Trama: Alcuni giovani di una cittadina meridionale tentano, con pochissimo impegno e nessun successo, di uscire dal noioso ed abitudinario vissuto quotidiano provinciale.
Il mio voto: 8/10
Commento:
Dopo le opere prime di Ozpetec e di Lizzani, perchè no, l'opera prima di Lina Wertmuller.
La scelta di vedere questo film, però, non è dovuta a questo, ma al semplice fatto che, essendo io barese, mi incuriosiva gaurdare come la regista romana avesse rappresentato dei miei corregionali (credo che il film sia stato girato a Minervino Murge).
Sono rimasto davvero favorevolmente impressionato. Il film, girato nel 1963, è di una attualità incredibile. L'immobilismo, purtroppo molto diffuso fra i giovani meridionali, è rappresentato in maniera divertente ma efficace. La frase che una delle protagoniste dice ad un giovane che aveva precedentemente usato come scusa per non impegnarsi in una coperativa, il doversi laureare, è particolarmente significativa: "Qua siamo quattro gatti , di cui tre laureati.". Bellissima anche la frase finale del film, lapidaria (non la ricordo esattamente ma più o meno...): "E così il suo trasferimento a Roma diventò solo uno dei tanti argomenti su cui chiacchierare, come anche il progetto della coperativa per produrre i salamini. Perchè è questo che si fà qui... si chiacchiera..."
venerdì 21 settembre 2007
Achtung! Banditi!
Titolo: Achtung! Banditi!
Regia: Carlo Lizzani
Anno produzione: 1951
Interpreti: Gina Lollobrigida, Andrea Checchi
Trama: Un gruppo di partigiani liguri è in missione per recuperare delle armi. Giunti a Genova si uniscono agli operai di una fabbrica per organizzare la resistenza.
Il mio voto: 6,5/10
Commento:
Non conoscevo Carlo Lizzani (ho premesso di essere uno spettatore ignorante e "casuale", seppur con la curiosità di conoscere), ma la mia attenzione è stata rapita da un film documentario biografico sul regista, trasmesso da La7 alcuni giorni fà: "Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani". Mi è quindi venuta la voglia di conoscere meglio il cinema di Lizzani e, come spesso faccio anche in altre circostanze, ho iniziato dal principio, dal primo film del regista romano: "Achtung! Banditi!".
La visione è stata abbastanza deludente. Il film sembra più un documentario di indottrinamento sulla resistenza che non un film vero e proprio. I dialoghi sono freddi, e a mio avviso lasciano trasparire le nozioni ma non i sentimenti. Considerato, però, che si tratta di un'opera prima, mi riservo di vedere qualche altro film di Lizzani prima di desistere.
Regia: Carlo Lizzani
Anno produzione: 1951
Interpreti: Gina Lollobrigida, Andrea Checchi
Trama: Un gruppo di partigiani liguri è in missione per recuperare delle armi. Giunti a Genova si uniscono agli operai di una fabbrica per organizzare la resistenza.
Il mio voto: 6,5/10
Commento:
Non conoscevo Carlo Lizzani (ho premesso di essere uno spettatore ignorante e "casuale", seppur con la curiosità di conoscere), ma la mia attenzione è stata rapita da un film documentario biografico sul regista, trasmesso da La7 alcuni giorni fà: "Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani". Mi è quindi venuta la voglia di conoscere meglio il cinema di Lizzani e, come spesso faccio anche in altre circostanze, ho iniziato dal principio, dal primo film del regista romano: "Achtung! Banditi!".
La visione è stata abbastanza deludente. Il film sembra più un documentario di indottrinamento sulla resistenza che non un film vero e proprio. I dialoghi sono freddi, e a mio avviso lasciano trasparire le nozioni ma non i sentimenti. Considerato, però, che si tratta di un'opera prima, mi riservo di vedere qualche altro film di Lizzani prima di desistere.
giovedì 20 settembre 2007
Il bagno turco - Hamam
Titolo: Il bagno turco - Hamam
Regia: Ferzan Ozpetek
Anno produzione: 1997
Interpreti: Alessandro Gassman, Francesca D'Aloja
Trama: Un architetto romano eredita, da una zia mai conosciuta, un bagno turco ad Istanbul. Giunto sul posto per trattare rapidamente la vendita dell'immobile, rimane invece rapito dalla città e dall'affetto della famiglia turca che ospitava la vecchia zia, e decide di non vendere più e addirittura di rimanere per un periodo in Turchia.
Il mio voto: 8/10
Commento
Per il battesimo del blog ho scelto di vedere il primo film di Ferzan Ozpetek.
Dello stesso regista avevo già visto in precedenza praticamente tutto (credo mi manchi solo "Cuore sacro") rimanendo sempre alquanto "tiepido".
"Il bagno turco - Hamam", invece, mi ha affascinato. Il problema è che non sò dire il perchè. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: rapporti interpersonali intensi, gruppo di amici/parenti che formano quasi una famiglia allargata, protagonisti omosessuali. In più sullo sfondo c'è Istanbul. E forse è proprio questo il "perchè" che cercavo. La città turca, che strega il protagonista del film (un buon Alessandro Gassman, a mio avviso), aveva stregato anche me nella mia, seppur brevissima, permanenza della scorsa estate.
Regia: Ferzan Ozpetek
Anno produzione: 1997
Interpreti: Alessandro Gassman, Francesca D'Aloja
Trama: Un architetto romano eredita, da una zia mai conosciuta, un bagno turco ad Istanbul. Giunto sul posto per trattare rapidamente la vendita dell'immobile, rimane invece rapito dalla città e dall'affetto della famiglia turca che ospitava la vecchia zia, e decide di non vendere più e addirittura di rimanere per un periodo in Turchia.
Il mio voto: 8/10
Commento
Per il battesimo del blog ho scelto di vedere il primo film di Ferzan Ozpetek.
Dello stesso regista avevo già visto in precedenza praticamente tutto (credo mi manchi solo "Cuore sacro") rimanendo sempre alquanto "tiepido".
"Il bagno turco - Hamam", invece, mi ha affascinato. Il problema è che non sò dire il perchè. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: rapporti interpersonali intensi, gruppo di amici/parenti che formano quasi una famiglia allargata, protagonisti omosessuali. In più sullo sfondo c'è Istanbul. E forse è proprio questo il "perchè" che cercavo. La città turca, che strega il protagonista del film (un buon Alessandro Gassman, a mio avviso), aveva stregato anche me nella mia, seppur brevissima, permanenza della scorsa estate.
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