Titolo: El Rey
Regia: José Antonio Dorado
Anno produzione: 2004
Interpreti: Fernando Solórzano, Cristina Umaña
Trama: La vera storia di Pedro Rey, il primo narcotrafficante della Colombia.
Il mio voto: 6,5/10
Commento:
Il film narra la storia vera di Pedro Rey, il primo "Re" della droga in Colombia (prima di Pablo Escobar), attraverso le parole di un giornalista che l'aveva conosciuto (ma credo che tale personaggio sia inventato). Dagli umili inizi come gestore di un bar, all'enorme potere (anche a livello internazionale), il regista ci accompagna con bravura lungo il viaggio, e cattura lo spettatore sino alla tragica fine. Bravi anche gli attori. Interessante.
lunedì 5 novembre 2007
venerdì 2 novembre 2007
Tre colori: film rosso
Titolo: Tre colori: film rosso
Regia: Krzysztof Kieslowski
Anno produzione: 1994
Interpreti: Jean-Louise Trintignant, Irene Jacob
Trama: Una modella investe incidentalmente un cane. Trovato sul collare l'indirizzo del padrone dell'animale, glielo riporta. Questi però, un avvocato in pensione, non lo rivuole indietro. I due iniziano a frequentarsi e la ragazza è allo stesso tempo attirata dall'uomo ma anche disgustata dalla sua abitudine di ascoltare di nascosto le telefonate altrui (tra cui quelle di un giovane avvocato).
Il mio voto: 8/10
Commento:
"Film rosso" è, a mio avviso, il migliore della trilogia "Tre colori". L'intreccio delle vicende è assolutamente perfetto e coinvolgente. Anche in questo caso il tema legato al colore (questa volta rosso = fraternità) mi è sembrato molto nascosto (a tale proposito meravigliosa la vecchietta che tenta con fatica di buttare la bottiglia, presente in tutti e tre i film e che finalmente viene aiutata). Il film mi è invece sembrato espressamente dedicato al caso, al destino. E' il caso, infatti, che lega tutti i personaggi e che sviluppa tutta la vicenda. Coinvolgente.
Regia: Krzysztof Kieslowski
Anno produzione: 1994
Interpreti: Jean-Louise Trintignant, Irene Jacob
Trama: Una modella investe incidentalmente un cane. Trovato sul collare l'indirizzo del padrone dell'animale, glielo riporta. Questi però, un avvocato in pensione, non lo rivuole indietro. I due iniziano a frequentarsi e la ragazza è allo stesso tempo attirata dall'uomo ma anche disgustata dalla sua abitudine di ascoltare di nascosto le telefonate altrui (tra cui quelle di un giovane avvocato).
Il mio voto: 8/10
Commento:
"Film rosso" è, a mio avviso, il migliore della trilogia "Tre colori". L'intreccio delle vicende è assolutamente perfetto e coinvolgente. Anche in questo caso il tema legato al colore (questa volta rosso = fraternità) mi è sembrato molto nascosto (a tale proposito meravigliosa la vecchietta che tenta con fatica di buttare la bottiglia, presente in tutti e tre i film e che finalmente viene aiutata). Il film mi è invece sembrato espressamente dedicato al caso, al destino. E' il caso, infatti, che lega tutti i personaggi e che sviluppa tutta la vicenda. Coinvolgente.
domenica 28 ottobre 2007
Tre colori: film bianco
Titolo: Tre colori: film bianco
Regia: Krzysztof Kieslowski
Anno produzione: 1994
Interpreti: Zbigniew Zamachowski, Julie Delpy
Trama: Karol, parrucchiere polacco, ha sposato, in Francia, la francese Dominique. La donna, però, chiede il divorzio perchè il marito non è in grado di "consumare" il matrimonio e lo butta fuori di casa. Il poveretto, solo e disperato in un paese straniero, senza soldi ne documenti, riesce a rimpatriare solo grazie ad un connazionale conosciuto per caso in metropolitana. In Polonia gli viene un'idea per riconqistare la moglie perduta.
Il mio voto: 7/10
Commento:
Come mi era stato già anticipato da alcuni frequentatori del newsgroup it.arti.cinema, colpiti dal mio giudizio relativamente negativo espresso verso il primo "capitolo" di "Tre colori", "Film bianco" è decisamente più "facile". Ed infatti l'ho trovato molto divertente nel suo essere grottesco ed ironico seppur narrando di un dramma. La narrazione è scorrevole ed appassiona. Interessante anche la Polonia post-comunista che fà da sfondo alla vicenda (e nemmeno tanto da sfondo). L'unica cosa che proprio non ho compreso è il legame fra il film ed il significato del colore bianco (uguaglianza). Io ci ho visto più rappresentata la fraternità, sia nel rapporto fra Karol e Mikolaj che in generale nel rapporto di complicità maschile presente in tutto il film. Divertente.
Regia: Krzysztof Kieslowski
Anno produzione: 1994
Interpreti: Zbigniew Zamachowski, Julie Delpy
Trama: Karol, parrucchiere polacco, ha sposato, in Francia, la francese Dominique. La donna, però, chiede il divorzio perchè il marito non è in grado di "consumare" il matrimonio e lo butta fuori di casa. Il poveretto, solo e disperato in un paese straniero, senza soldi ne documenti, riesce a rimpatriare solo grazie ad un connazionale conosciuto per caso in metropolitana. In Polonia gli viene un'idea per riconqistare la moglie perduta.
Il mio voto: 7/10
Commento:
Come mi era stato già anticipato da alcuni frequentatori del newsgroup it.arti.cinema, colpiti dal mio giudizio relativamente negativo espresso verso il primo "capitolo" di "Tre colori", "Film bianco" è decisamente più "facile". Ed infatti l'ho trovato molto divertente nel suo essere grottesco ed ironico seppur narrando di un dramma. La narrazione è scorrevole ed appassiona. Interessante anche la Polonia post-comunista che fà da sfondo alla vicenda (e nemmeno tanto da sfondo). L'unica cosa che proprio non ho compreso è il legame fra il film ed il significato del colore bianco (uguaglianza). Io ci ho visto più rappresentata la fraternità, sia nel rapporto fra Karol e Mikolaj che in generale nel rapporto di complicità maschile presente in tutto il film. Divertente.
mercoledì 24 ottobre 2007
Tre colori: film blu
Titolo: Tre colori: film blu
Regia: Krzysztof Kieslowski
Anno produzione: 1993
Interpreti: Juliette Binoche
Trama: Una donna perde marito e figlia in un incidente stradale. La sua reazione al dolore comporta il suo isolamento e la sua inattività.
Il mio voto: 6/10
Commento:
Se non ho capito male, i tre colori del ciclo di Kieslowski rappresentano i colori della bandiera francese ed i loro significati. Quindi, sempre se non ho capito male, "FIlm blu" dovrebbe parlare di libertà. Ma a me non è sembrato proprio. Il film, invece, parla sicuramente di dolore. Ma due ore di inquadrature della Binoche (bravissima, per carità) che soffre per la perdita della figlia (perchè del marito pare non le freghi molto) e reagisce al dolore semplicemente annullando se stessa e semplicemente (parole sue) non facendo nulla, hanno provocato in me un solo sentimento: la noia. Ho apprezzato molto, però, la continua presenza del colore blu nelle inquadrature. Noioso.
Regia: Krzysztof Kieslowski
Anno produzione: 1993
Interpreti: Juliette Binoche
Trama: Una donna perde marito e figlia in un incidente stradale. La sua reazione al dolore comporta il suo isolamento e la sua inattività.
Il mio voto: 6/10
Commento:
Se non ho capito male, i tre colori del ciclo di Kieslowski rappresentano i colori della bandiera francese ed i loro significati. Quindi, sempre se non ho capito male, "FIlm blu" dovrebbe parlare di libertà. Ma a me non è sembrato proprio. Il film, invece, parla sicuramente di dolore. Ma due ore di inquadrature della Binoche (bravissima, per carità) che soffre per la perdita della figlia (perchè del marito pare non le freghi molto) e reagisce al dolore semplicemente annullando se stessa e semplicemente (parole sue) non facendo nulla, hanno provocato in me un solo sentimento: la noia. Ho apprezzato molto, però, la continua presenza del colore blu nelle inquadrature. Noioso.
domenica 21 ottobre 2007
Quel treno per Yuma
Titolo: Quel treno per Yuma
Regia: James Mangold
Anno produzione: 2007
Interpreti: Russell Crowe, Christian Bale
Trama: Ben Wade, un rapinatore, dopo un assalto ad una diligenza compiuto con la sua banda, viene catturato. Dan Evans, un contadino disperato, accetta duecento dollari per unirsi al gruppo che dovrà scortare.
Il mio voto: 6/10
Commento:
Il film è il remake dell'omonimo "Quel treno per Yuma" di Delmer Daves del 1957 (che a sua volta era tratto da un racconto di Elmore Leonard). Si tratta di un western "psicologico". Il duello fra Wade ed Evans, infatti, si svolge anche su un piano intellettuale, oltre che fisico. Il contadino accetta la missione per soldi, è vero, ma anche per redimersi agli occhi del figlio che lo vede come un vile. Inoltre il bandito cerca in tutti i modi di fare pressione psicologica su Evans per farsi liberare. Ci sono parecchie differenze fra le due versioni: in quella odierna il rapporto padre/figlio è stato approfondito maggiormente. E questo è un punto a favore della pellicla del 2007. L'aspetto psicologico, però, è stato sacrificato per dare più spazio all'azione: sono state aggiunte intere sequenze d'azione e Wade è stato reso molto più violento rispetto alla versione del 1957 (dove veniva interpretato da uno spaccone ma giocoso Glenn Ford che non ammazzava nessuno se non per incidente). Il finale, poi, è secondo me completamente fuori luogo ed ha abbassato di almeno un punto il mio voto.
Regia: James Mangold
Anno produzione: 2007
Interpreti: Russell Crowe, Christian Bale
Trama: Ben Wade, un rapinatore, dopo un assalto ad una diligenza compiuto con la sua banda, viene catturato. Dan Evans, un contadino disperato, accetta duecento dollari per unirsi al gruppo che dovrà scortare.
Il mio voto: 6/10
Commento:
Il film è il remake dell'omonimo "Quel treno per Yuma" di Delmer Daves del 1957 (che a sua volta era tratto da un racconto di Elmore Leonard). Si tratta di un western "psicologico". Il duello fra Wade ed Evans, infatti, si svolge anche su un piano intellettuale, oltre che fisico. Il contadino accetta la missione per soldi, è vero, ma anche per redimersi agli occhi del figlio che lo vede come un vile. Inoltre il bandito cerca in tutti i modi di fare pressione psicologica su Evans per farsi liberare. Ci sono parecchie differenze fra le due versioni: in quella odierna il rapporto padre/figlio è stato approfondito maggiormente. E questo è un punto a favore della pellicla del 2007. L'aspetto psicologico, però, è stato sacrificato per dare più spazio all'azione: sono state aggiunte intere sequenze d'azione e Wade è stato reso molto più violento rispetto alla versione del 1957 (dove veniva interpretato da uno spaccone ma giocoso Glenn Ford che non ammazzava nessuno se non per incidente). Il finale, poi, è secondo me completamente fuori luogo ed ha abbassato di almeno un punto il mio voto.
La ragazza sul ponte
Titolo: La ragazza sul ponte
Regia: Patrice Leconte
Anno produzione: 1999
Interpreti: Daniel Auteuil, Vanessa Paradis
Trama: Una ragazza che dalla vita ha sempre avuto sfortune, decide di suicidarsi gettandosi da un ponte. Un lanciatore di coltelli la convince a desistere e ad unirsi a lui come partner per i suoi spettacoli.
Il mio voto: 7,5/10
Commento:
Questo film mi era stato consigliato da un frequentatore di i.a.c. dopo un mio commento "tiepido" su "Il mio migliore amico" dello stesso regista. Gliene sono grato. I protagonisti sono due disperati. Nelle loro esistenze, inconsapevoli l'uno dell'altra, hanno fallito tutto quello che hanno provato. Da soli sono inutili, ma il destino li fà incontrare e si capisce che non poteva essere altrimenti. Come le metà di una banconota, i due assumono valore solo se sono uniti. Ci metteranno la durata del film per convincersene del tutto. Inquadrature, musica e dialoghi, contribuiscono efficacemente a creare un'atmosfera poetica. L'unica cosa che non ho capito è la scelta del bianco/nero: forse una citazione che la mia ignoranza non ha colto. Poetico.
Regia: Patrice Leconte
Anno produzione: 1999
Interpreti: Daniel Auteuil, Vanessa Paradis
Trama: Una ragazza che dalla vita ha sempre avuto sfortune, decide di suicidarsi gettandosi da un ponte. Un lanciatore di coltelli la convince a desistere e ad unirsi a lui come partner per i suoi spettacoli.
Il mio voto: 7,5/10
Commento:
Questo film mi era stato consigliato da un frequentatore di i.a.c. dopo un mio commento "tiepido" su "Il mio migliore amico" dello stesso regista. Gliene sono grato. I protagonisti sono due disperati. Nelle loro esistenze, inconsapevoli l'uno dell'altra, hanno fallito tutto quello che hanno provato. Da soli sono inutili, ma il destino li fà incontrare e si capisce che non poteva essere altrimenti. Come le metà di una banconota, i due assumono valore solo se sono uniti. Ci metteranno la durata del film per convincersene del tutto. Inquadrature, musica e dialoghi, contribuiscono efficacemente a creare un'atmosfera poetica. L'unica cosa che non ho capito è la scelta del bianco/nero: forse una citazione che la mia ignoranza non ha colto. Poetico.
sabato 13 ottobre 2007
Freedom writers
Titolo: Freedom writers
Regia: Richard La Gravenese
Anno produzione: 2007
Interpreti: Hilary Ann Swank
Trama: Erin Gruwell, giovane insegnante americana, inizia piena di entusiasmo la sua carriera scolastica. La sua classe è composta da ragazzi di varie etnie, appartenenti a diverse gang e quindi con alle spalle delle esistenze difficili e violente. La Gruwell tenta di inculcare il rispetto e l'integrazione fra i suoi studenti, con vari mezzi.
Il mio voto: 8/10
Commento:
La giovane insegnante, bianca, si ritrova in una classe composta da ragazzi neri, gialli e ispanici, che non la rispettano e non le danno ascolto. L'intolleranza diffusa tra i giovani allievi sfocia regolarmente nella violenza, verbale e poi fisica. Anche i colleghi e la direzione scolastica non aiutano. Mancano i più elementari strumenti didattici: sono ragazzi irrecuperabili, inutile sprecare tempo e risorse. In mezzo a questo sfacelo la Gruwell non si arrende. Cerca di coinvolgere i giovani con la lettura di libri vicini alla loro sensibilità, li educa all'integrazione, spingendoli a rendersi conto di quanto poi non siano così diversi fra loro, a parte il colore della pelle e l'appartenenza a gang diverse. Pian piano cerca di guadagnare la loro fiducia, il loro rispetto. Parallelamente, la sua vita privata và alla deriva senza che lei ci possa fare nulla.
Era da tanto che non provavo tante emozioni vedendo un film. L'unico dubbio che mi era sorto durante la visione, era che forse tutta la vicenda fosse un po esagerata. Ma alla fine ci si rende conto che si tratta di una storia veramente accaduta. Un gran bel film.
Regia: Richard La Gravenese
Anno produzione: 2007
Interpreti: Hilary Ann Swank
Trama: Erin Gruwell, giovane insegnante americana, inizia piena di entusiasmo la sua carriera scolastica. La sua classe è composta da ragazzi di varie etnie, appartenenti a diverse gang e quindi con alle spalle delle esistenze difficili e violente. La Gruwell tenta di inculcare il rispetto e l'integrazione fra i suoi studenti, con vari mezzi.
Il mio voto: 8/10
Commento:
La giovane insegnante, bianca, si ritrova in una classe composta da ragazzi neri, gialli e ispanici, che non la rispettano e non le danno ascolto. L'intolleranza diffusa tra i giovani allievi sfocia regolarmente nella violenza, verbale e poi fisica. Anche i colleghi e la direzione scolastica non aiutano. Mancano i più elementari strumenti didattici: sono ragazzi irrecuperabili, inutile sprecare tempo e risorse. In mezzo a questo sfacelo la Gruwell non si arrende. Cerca di coinvolgere i giovani con la lettura di libri vicini alla loro sensibilità, li educa all'integrazione, spingendoli a rendersi conto di quanto poi non siano così diversi fra loro, a parte il colore della pelle e l'appartenenza a gang diverse. Pian piano cerca di guadagnare la loro fiducia, il loro rispetto. Parallelamente, la sua vita privata và alla deriva senza che lei ci possa fare nulla.
Era da tanto che non provavo tante emozioni vedendo un film. L'unico dubbio che mi era sorto durante la visione, era che forse tutta la vicenda fosse un po esagerata. Ma alla fine ci si rende conto che si tratta di una storia veramente accaduta. Un gran bel film.
giovedì 11 ottobre 2007
Il mio migliore amico
Titolo: Il mio migliore amico
Regia: Patrice Leconte
Anno produzione: 2006
Interpreti: Daniel Auteuil, Dany Boon, Julie Gayet
Trama: Francois, un antiquario cinico ed egoista, scommette con la sua socia che in dieci giorni sarà capace di dimostrarle di avere un "migliore amico". Nella sua turbinante ricerca, Francois si imbatte in un tassista simpatico e compagnone, che gli farà da guida in questo suo intento.
Il mio voto: 6/10
Commento:
Film piuttosto banale e prevedibile: ho indovinato come proseguiva e, soprattutto, come andava a finire, già dopo pochi minuti dall'inizio della visione. Gli do la sufficienza solo perchè si tratta comunque di un film divertente e garbato.
Regia: Patrice Leconte
Anno produzione: 2006
Interpreti: Daniel Auteuil, Dany Boon, Julie Gayet
Trama: Francois, un antiquario cinico ed egoista, scommette con la sua socia che in dieci giorni sarà capace di dimostrarle di avere un "migliore amico". Nella sua turbinante ricerca, Francois si imbatte in un tassista simpatico e compagnone, che gli farà da guida in questo suo intento.
Il mio voto: 6/10
Commento:
Film piuttosto banale e prevedibile: ho indovinato come proseguiva e, soprattutto, come andava a finire, già dopo pochi minuti dall'inizio della visione. Gli do la sufficienza solo perchè si tratta comunque di un film divertente e garbato.
martedì 9 ottobre 2007
Fahrenheit 451
Titolo: Fahrenheit 451
Regia: Francois Truffaut
Anno produzione: 1966
Interpreti: Oskar Werner, Cyril Cusack
Trama: In un immaginario futuro la legge vieta di scrivere o leggere e i libri vengono sistematicamente bruciati da squadre di pompieri-incendiari. Uno di essi, vinto dalla curiosità, inizia a leggere "David Copperfield" di Dickens rimanendone stregato. Non potendo più compiere il suo dovere, si unisce ad un gruppo clandestino che ha trovato il modo di "conservare" i libri.
Il mio voto: 7/10
Commento:
Il film è tratto dal romanzo di Bradbury "Gli anni della Fenice" che non avevo mai letto anche se, naturalmente, ne avevo sentito parlare tante volte. Non posso quindi sapere quanto fedele sia questa "riduzione" cinematografica, ne tantomeno apprezzare eventuali scelte di sceneggiatura e di regia utilizzate per rendere al meglio il contenuto del romazo. L'argomento è perlomeno intrigante. La gente viene obbligata a non leggere ed incoraggiata a guardare la TV (si vedono enormi schermi televisivi nelle case e spesso sono inquadrate delle antenne TV): a chi non viene naturale fare dei paragoni con la nostra società (magari non si bruciano i libri, ma media e marketing creano indubbiamente più telespettatori che lettori). I costumi particolari e una fotografia a tinte forti contribuiscono a creare una atmosfera surreale. La recitazione degli attori non mi ha invece convinto: troppo fredda e priva della drammaticità che ci si aspetterebbe dal tema trattato.
Regia: Francois Truffaut
Anno produzione: 1966
Interpreti: Oskar Werner, Cyril Cusack
Trama: In un immaginario futuro la legge vieta di scrivere o leggere e i libri vengono sistematicamente bruciati da squadre di pompieri-incendiari. Uno di essi, vinto dalla curiosità, inizia a leggere "David Copperfield" di Dickens rimanendone stregato. Non potendo più compiere il suo dovere, si unisce ad un gruppo clandestino che ha trovato il modo di "conservare" i libri.
Il mio voto: 7/10
Commento:
Il film è tratto dal romanzo di Bradbury "Gli anni della Fenice" che non avevo mai letto anche se, naturalmente, ne avevo sentito parlare tante volte. Non posso quindi sapere quanto fedele sia questa "riduzione" cinematografica, ne tantomeno apprezzare eventuali scelte di sceneggiatura e di regia utilizzate per rendere al meglio il contenuto del romazo. L'argomento è perlomeno intrigante. La gente viene obbligata a non leggere ed incoraggiata a guardare la TV (si vedono enormi schermi televisivi nelle case e spesso sono inquadrate delle antenne TV): a chi non viene naturale fare dei paragoni con la nostra società (magari non si bruciano i libri, ma media e marketing creano indubbiamente più telespettatori che lettori). I costumi particolari e una fotografia a tinte forti contribuiscono a creare una atmosfera surreale. La recitazione degli attori non mi ha invece convinto: troppo fredda e priva della drammaticità che ci si aspetterebbe dal tema trattato.
domenica 7 ottobre 2007
Roma città aperta - Celluloide
Titolo: Roma città aperta
Regia: Roberto Rossellini
Anno produzione: 1945
Interpreti: Anna Magnani, Aldo Fabrizi
Trama: Un ingegnere comunista viene aiutato, durante l'occupazione romana da parte dei nazisti, da un sacerdote di borgata e dal marito di una popolana.
Il mio voto: 8,5/10
Titolo: Celluloide
Regia: Carlo Lizzani
Anno produzione: 1995
Interpreti: Lina Sastri, Antonello Fassari, Giancarlo Giannini, Massimo Ghini
Trama: La storia, difficoltosa e tormentata, di come naque "Roma città aperta".
Il mio voto: 7/10
Commento:
Vedere uno dopo l'altro "Roma città aperta" e "Celluloide" è stata davvero una fortuna. Alla fine della visione del primo, infatti, ero rimasto abbastanza interdetto: a parte la magistrale interpretazione della Magnani e di Fabrizi, mi era sembrato uno dei tanti film neorealisti ambientati durante o subito dopo la seconda guerra mondiale. Quella fotografia cosi' scura e l'aspetto un po' "improvvisato" del film, avevano poi fatto sorgere in me dei dubbi. La visione del film di Lizzani mi ha chiarito tutto. La grandezza del film và ricercata proprio nella sua "improvvisazione" dovuta al fatto che il film fu scritto e girato subito dopo i fatti, con scarsissimi mezzi, nel totale rifiuto di produttori e distributori, con grande coraggio e volontà. La grandezza del film và ricercata nella sua novità, visto che fu il primo film (in Italia e nel mondo) a voler raccontare la realtà e a volerla raccontare con un linguaggio crudo, vero (fu infatti subito dopo che venne coniato il termine di neorealismo). Insomma "Roma città aperta" visto oggi senza avere nessuna conoscenza della collocazione storica e culturale in cui naque, perde quasi tutto il suo fascino: pregevole quindi la volontà di Lizzani di fornire, col suo "Celluloide", tutti gli strumenti per poter apprezzare il film di Rossellini.
Regia: Roberto Rossellini
Anno produzione: 1945
Interpreti: Anna Magnani, Aldo Fabrizi
Trama: Un ingegnere comunista viene aiutato, durante l'occupazione romana da parte dei nazisti, da un sacerdote di borgata e dal marito di una popolana.
Il mio voto: 8,5/10
Titolo: Celluloide
Regia: Carlo Lizzani
Anno produzione: 1995
Interpreti: Lina Sastri, Antonello Fassari, Giancarlo Giannini, Massimo Ghini
Trama: La storia, difficoltosa e tormentata, di come naque "Roma città aperta".
Il mio voto: 7/10
Commento:
Vedere uno dopo l'altro "Roma città aperta" e "Celluloide" è stata davvero una fortuna. Alla fine della visione del primo, infatti, ero rimasto abbastanza interdetto: a parte la magistrale interpretazione della Magnani e di Fabrizi, mi era sembrato uno dei tanti film neorealisti ambientati durante o subito dopo la seconda guerra mondiale. Quella fotografia cosi' scura e l'aspetto un po' "improvvisato" del film, avevano poi fatto sorgere in me dei dubbi. La visione del film di Lizzani mi ha chiarito tutto. La grandezza del film và ricercata proprio nella sua "improvvisazione" dovuta al fatto che il film fu scritto e girato subito dopo i fatti, con scarsissimi mezzi, nel totale rifiuto di produttori e distributori, con grande coraggio e volontà. La grandezza del film và ricercata nella sua novità, visto che fu il primo film (in Italia e nel mondo) a voler raccontare la realtà e a volerla raccontare con un linguaggio crudo, vero (fu infatti subito dopo che venne coniato il termine di neorealismo). Insomma "Roma città aperta" visto oggi senza avere nessuna conoscenza della collocazione storica e culturale in cui naque, perde quasi tutto il suo fascino: pregevole quindi la volontà di Lizzani di fornire, col suo "Celluloide", tutti gli strumenti per poter apprezzare il film di Rossellini.
sabato 6 ottobre 2007
La notte
Titolo: La notte
Regia: Michelangelo Antonioni
Anno produzione: 1960
Interpreti: Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau, Monica Vitti
Trama: Giovanni, scrittore in crisi, e Lidia, sua moglie insoddisfatta, durante un fine settimana si rendono conto, finalmente in modo conscio e palese, che il loro rapporto è in profonda crisi.
Il mio voto: 6/10
Commento:
Giovanni è uno scrittore in crisi e per questo insoddisfatto ed annoiato. Sua moglie Lidia è annoiata dall'ambiente in cui vive e dalla scarsa attenzione ricevuta, tanto da tale ambiente quanto, soprattutto, dal marito. La giovane Valentina, figlia di un ricco industriale, è anche lei insoddisfatta e annoiata dall'ambiente in cui vive e prova inquietudine nel rendersi conto di non riuscire a provare sentimenti. "La notte", per quello che ne ho percepito io, parla di questo. Della insoddisfazione e della solitudine. Della noia. Ed è soprattutto noia che ho provato durante la visione. Tecnicamente il film è perfetto (bellissime le inquadrature relative al "vagabondare" di Lidia per la periferia milanese, che vedete nel link sopra), ma forse parla di situazioni e personaggi troppo lontani e diversi da me. La conseguenza è che, vedere persone sprecare la propria esistenza nel porsi inutili problemi esistenziali, per me uomo banale e comune con banali, comuni e concreti problemi quotidiani, suscita solo noia e nervosismo. Noioso.
Regia: Michelangelo Antonioni
Anno produzione: 1960
Interpreti: Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau, Monica Vitti
Trama: Giovanni, scrittore in crisi, e Lidia, sua moglie insoddisfatta, durante un fine settimana si rendono conto, finalmente in modo conscio e palese, che il loro rapporto è in profonda crisi.
Il mio voto: 6/10
Commento:
Giovanni è uno scrittore in crisi e per questo insoddisfatto ed annoiato. Sua moglie Lidia è annoiata dall'ambiente in cui vive e dalla scarsa attenzione ricevuta, tanto da tale ambiente quanto, soprattutto, dal marito. La giovane Valentina, figlia di un ricco industriale, è anche lei insoddisfatta e annoiata dall'ambiente in cui vive e prova inquietudine nel rendersi conto di non riuscire a provare sentimenti. "La notte", per quello che ne ho percepito io, parla di questo. Della insoddisfazione e della solitudine. Della noia. Ed è soprattutto noia che ho provato durante la visione. Tecnicamente il film è perfetto (bellissime le inquadrature relative al "vagabondare" di Lidia per la periferia milanese, che vedete nel link sopra), ma forse parla di situazioni e personaggi troppo lontani e diversi da me. La conseguenza è che, vedere persone sprecare la propria esistenza nel porsi inutili problemi esistenziali, per me uomo banale e comune con banali, comuni e concreti problemi quotidiani, suscita solo noia e nervosismo. Noioso.
venerdì 5 ottobre 2007
Decroche
Titolo: Decroche
Regia: Manuel Schapira
Anno produzione: 2007
Interpreti: Laetitia Spigarelli, Fred Epeaud
Trama: Una ragazza passa il suo tempo chiamando il numero di una cabina telefonica posta di fronte alla sua finestra nella speranza che qualcuno risponda.
Il mio voto: 7/10
Commento:
Originale spaccato della solitudine in cui si vive nelle grandi città.
Regia: Manuel Schapira
Anno produzione: 2007
Interpreti: Laetitia Spigarelli, Fred Epeaud
Trama: Una ragazza passa il suo tempo chiamando il numero di una cabina telefonica posta di fronte alla sua finestra nella speranza che qualcuno risponda.
Il mio voto: 7/10
Commento:
Originale spaccato della solitudine in cui si vive nelle grandi città.
Montesacro
Titolo: Montesacro
Regia: Alessandro Celli
Anno produzione: 2006
Interpreti: Cristiano Morroni, Giulia Ferrara
Trama: Cristiano, figlio di divorziati, abita con il padre in un'altra città. Per il suo diciottesimo compleanno è però a casa della madre risposata.
Il mio voto: 7/10
Commento:
"Montesacro" è un cortometraggio (o corto, come è di moda chiamarli adesso) della durata di una decina di minuti. La storia, sinceramente, mi è sembrata abbastanza banale. Quello che mi ha colpito, invece, è stata la professionalità che permea tutto il lavoro: dalla regia, agli attori, alla fotografia. Dico questo perchè in genere tutti i corti che avevo visto sinora (ma sono davvero pochi quindi può essere che stò dicendo un mucchio di fesserie...) avevano delle storie particolari se non addirittura poetiche, ma regia, recitazione, ecc. erano visibilmente amatoriali.
Regia: Alessandro Celli
Anno produzione: 2006
Interpreti: Cristiano Morroni, Giulia Ferrara
Trama: Cristiano, figlio di divorziati, abita con il padre in un'altra città. Per il suo diciottesimo compleanno è però a casa della madre risposata.
Il mio voto: 7/10
Commento:
"Montesacro" è un cortometraggio (o corto, come è di moda chiamarli adesso) della durata di una decina di minuti. La storia, sinceramente, mi è sembrata abbastanza banale. Quello che mi ha colpito, invece, è stata la professionalità che permea tutto il lavoro: dalla regia, agli attori, alla fotografia. Dico questo perchè in genere tutti i corti che avevo visto sinora (ma sono davvero pochi quindi può essere che stò dicendo un mucchio di fesserie...) avevano delle storie particolari se non addirittura poetiche, ma regia, recitazione, ecc. erano visibilmente amatoriali.
giovedì 4 ottobre 2007
L'invenzione di Morel
Titolo: L'invenzione di Morel
Regia: Emidio Greco
Anno produzione: 1974
Interpreti: Giulio Brogi, John Steiner, Anna Karina
Trama: Un ricercato (non è dato sapersi per che colpa) naufraga su una strana isola. Dopo un breve girovagare trova una misteriosa struttura apparentemente vuota e disabitata. Dopo qualche tempo l'uomo scopre che invece l'isola pare abitata da eleganti personaggi.
Il mio voto: 7/10
Commento:
La vicenda è molto intrigante. Per più di mezzora, nella più completa assenza di dialoghi, assistiamo al disperato girovagare del naufrago, immersi solo nel rumore del vento e delle onde lontane. Regia e fotografia (seppur, a mio parere, non magistrali) generano eficacemente nello spettatore le sensazioni di angoscia e di solitudine provate dal protagonista. La sceneggiatura mi è sembrata robusta: tutti gli interrogativi che sorgono durante la visione (perchè il naufrago si nasconde dagli abitanti dell'isola? perchè nessuno pare vederlo? dove vanno a finire di punto in bianco gli isolani?) trovano una valida e coerente risposta nel finale. Particolare.
Regia: Emidio Greco
Anno produzione: 1974
Interpreti: Giulio Brogi, John Steiner, Anna Karina
Trama: Un ricercato (non è dato sapersi per che colpa) naufraga su una strana isola. Dopo un breve girovagare trova una misteriosa struttura apparentemente vuota e disabitata. Dopo qualche tempo l'uomo scopre che invece l'isola pare abitata da eleganti personaggi.
Il mio voto: 7/10
Commento:
La vicenda è molto intrigante. Per più di mezzora, nella più completa assenza di dialoghi, assistiamo al disperato girovagare del naufrago, immersi solo nel rumore del vento e delle onde lontane. Regia e fotografia (seppur, a mio parere, non magistrali) generano eficacemente nello spettatore le sensazioni di angoscia e di solitudine provate dal protagonista. La sceneggiatura mi è sembrata robusta: tutti gli interrogativi che sorgono durante la visione (perchè il naufrago si nasconde dagli abitanti dell'isola? perchè nessuno pare vederlo? dove vanno a finire di punto in bianco gli isolani?) trovano una valida e coerente risposta nel finale. Particolare.
lunedì 1 ottobre 2007
Quarto potere
Titolo: Quarto potere
Regia: Orson Welles
Anno produzione: 1941
Interpreti: Orson Welles, Joseph Cotten, Dorothy Comingore
Trama: Charles F. Kane, ricco imprenditore nonchè magnate della stampa americana, muore pronunciando le ultime misteriose parole "Rosebud". Un giornalista viene incaricato di intervistare parenti ed amici del defunto, al fine di risolvere il mistero di quelle ultime parole.
Il mio voto: 9/10
Commento:
Altro film famosissimo, osannato dalla critica internazionale e riconosciuto universalmente come uno dei migliori film mai girati, che non avevo mai visto. Sarò breve perchè non ho assolutamente le capacità di parlare di un film tanto ricco e su cui sono state scritte migliaia di parole. Come sempre mi limiterò a raccontarvi solo le sensazioni che ho provato personalmente. "Quarto potere", secondo me, è praticamente perfetto. La storia è un'analisi precisa dell'America di quegli anni ed è raccontata, cinematograficamente, in maniera superba. Anche se sicuramente non avrò colto tutte le sfumature tecniche, ho adorato l'uso della luce e dell'ombra, le particolarissime inquadrature (stiamo parlando di un film del 1941!), gli spettacolari piano-sequenza e l'uso magistrale della profondità di campo. E tutto ciò utilizzato non per mero sfoggio stilistico, ma in maniera funzionale a rendere suggestiva l'atmosfera. Un capolavoro.
Regia: Orson Welles
Anno produzione: 1941
Interpreti: Orson Welles, Joseph Cotten, Dorothy Comingore
Trama: Charles F. Kane, ricco imprenditore nonchè magnate della stampa americana, muore pronunciando le ultime misteriose parole "Rosebud". Un giornalista viene incaricato di intervistare parenti ed amici del defunto, al fine di risolvere il mistero di quelle ultime parole.
Il mio voto: 9/10
Commento:
Altro film famosissimo, osannato dalla critica internazionale e riconosciuto universalmente come uno dei migliori film mai girati, che non avevo mai visto. Sarò breve perchè non ho assolutamente le capacità di parlare di un film tanto ricco e su cui sono state scritte migliaia di parole. Come sempre mi limiterò a raccontarvi solo le sensazioni che ho provato personalmente. "Quarto potere", secondo me, è praticamente perfetto. La storia è un'analisi precisa dell'America di quegli anni ed è raccontata, cinematograficamente, in maniera superba. Anche se sicuramente non avrò colto tutte le sfumature tecniche, ho adorato l'uso della luce e dell'ombra, le particolarissime inquadrature (stiamo parlando di un film del 1941!), gli spettacolari piano-sequenza e l'uso magistrale della profondità di campo. E tutto ciò utilizzato non per mero sfoggio stilistico, ma in maniera funzionale a rendere suggestiva l'atmosfera. Un capolavoro.
venerdì 28 settembre 2007
Una vita non basta
Titolo: Una vita non basta
Regia: Claude Lelouch
Anno produzione: 1988
Interpreti: Jean-Paul Belmondo, Richard Anconina, Marie-Sophie L.
Trama: Sam Lion è un trovatello che, dopo aver lavorato durante l'adolescenza in un circo, ha fatto fortuna divenendo un ricco imprenditore. All'apice del successo professionale decide di prendersi una lunga pausa e parte in barca. Dopo alcune settimane viene dato per disperso in mare e i figli e gli amici ne piangono la dipartita.
Il mio voto: 7/10
Commento:
Il film è diviso in due parti. Nella prima, tramite una fitta serie di flashback, sia da parte dei familiari ed amici di Sam che da Sam stesso, il regista ci mostra tutta la vita del ricco trovatello. Nella seconda parte c'è invece un colpo di scena che viene sviluppato in maniera intelligente, sino ad arrivare al lieto fine. Il risultato non è certo un capolavoro, ma col progredire della storia si rimane piacevolmente catturati dalle vicende del simpatico Sam-Belmondo. Piacevole.
Regia: Claude Lelouch
Anno produzione: 1988
Interpreti: Jean-Paul Belmondo, Richard Anconina, Marie-Sophie L.
Trama: Sam Lion è un trovatello che, dopo aver lavorato durante l'adolescenza in un circo, ha fatto fortuna divenendo un ricco imprenditore. All'apice del successo professionale decide di prendersi una lunga pausa e parte in barca. Dopo alcune settimane viene dato per disperso in mare e i figli e gli amici ne piangono la dipartita.
Il mio voto: 7/10
Commento:
Il film è diviso in due parti. Nella prima, tramite una fitta serie di flashback, sia da parte dei familiari ed amici di Sam che da Sam stesso, il regista ci mostra tutta la vita del ricco trovatello. Nella seconda parte c'è invece un colpo di scena che viene sviluppato in maniera intelligente, sino ad arrivare al lieto fine. Il risultato non è certo un capolavoro, ma col progredire della storia si rimane piacevolmente catturati dalle vicende del simpatico Sam-Belmondo. Piacevole.
giovedì 27 settembre 2007
La pelle
Titolo: La pelle
Regia: Liliana Cavani
Anno produzione: 1981
Interpreti: Marcello Mastroianni, Burt Lancaster, Claudia Cardinale
Trama: Durante la liberazione dai nazisti da parte delle truppe americane, un ufficiale italiano, Curzio Malaparte, fà da cicerone agli statunitensi in una Napoli ridotta alla fame ed alla disperazione (e alla prostituzione selvaggia).
Il mio voto: 7/10
Commento: Il film è tratto dal romanzo dello stesso Malaparte che, subito dopo i fatti, vissuti di prima persona, racconta l'inferno generato a Napoli, dalla povertà e dalla disperazione causate dalla guerra. La regista mostra in maniera cruda e forse anche un pò splatter (scusatemi il termine forse fuori luogo) un campionario di orrori quotidiani: dal soldato con le budelle di fuori, alle mamme che vendono i propri bambini, dai soldati americani che violentano, senza saperlo, una loro connazionale, ad un italiano festante che viene spiaccicato casualmente sotto un carro armato. Ci sono anche sprazzi di romanticismo come la storia del giovane militare di Cleveland che si innamora di una ragazzina o come quella della nobildonna che accoglie nella sua elegante casa dei poveracci moribondi. Insomma il film, come credo anche il romanzo, è un viaggio iperrealista e disturbante fra gli orrori provocati dalla guerra. Personalmente ho trovato le scene più sanguinolente piuttosto gratuite e la recitazione degli attori non mi ha convinto. Inoltre, non ho visto abbastanza film neorealisti (penso a "Paisà" o a "Roma città aperta" che mi riprometto di visionare quanto prima) per sapere se "La pelle" ha aggiunto qualcosa a quanto era già stato mostrato in altre opere. Sono perplesso.
Regia: Liliana Cavani
Anno produzione: 1981
Interpreti: Marcello Mastroianni, Burt Lancaster, Claudia Cardinale
Trama: Durante la liberazione dai nazisti da parte delle truppe americane, un ufficiale italiano, Curzio Malaparte, fà da cicerone agli statunitensi in una Napoli ridotta alla fame ed alla disperazione (e alla prostituzione selvaggia).
Il mio voto: 7/10
Commento: Il film è tratto dal romanzo dello stesso Malaparte che, subito dopo i fatti, vissuti di prima persona, racconta l'inferno generato a Napoli, dalla povertà e dalla disperazione causate dalla guerra. La regista mostra in maniera cruda e forse anche un pò splatter (scusatemi il termine forse fuori luogo) un campionario di orrori quotidiani: dal soldato con le budelle di fuori, alle mamme che vendono i propri bambini, dai soldati americani che violentano, senza saperlo, una loro connazionale, ad un italiano festante che viene spiaccicato casualmente sotto un carro armato. Ci sono anche sprazzi di romanticismo come la storia del giovane militare di Cleveland che si innamora di una ragazzina o come quella della nobildonna che accoglie nella sua elegante casa dei poveracci moribondi. Insomma il film, come credo anche il romanzo, è un viaggio iperrealista e disturbante fra gli orrori provocati dalla guerra. Personalmente ho trovato le scene più sanguinolente piuttosto gratuite e la recitazione degli attori non mi ha convinto. Inoltre, non ho visto abbastanza film neorealisti (penso a "Paisà" o a "Roma città aperta" che mi riprometto di visionare quanto prima) per sapere se "La pelle" ha aggiunto qualcosa a quanto era già stato mostrato in altre opere. Sono perplesso.
mercoledì 26 settembre 2007
Taxi driver
Titolo: Taxi driver
Regia: Martin Scorsese
Anno produzione: 1976
Interpreti: Robert De Niro, Jodie Foster, Cybill Shepherd
Trama: Un marine reduce dalla guerra del Vietnam, si ritrova a New York solo e insonne. Decide allora di diventare tassista di notte. I suoi tentativi di uscire dalla solitudine falliscono miseramente e questo, unito alla constatazione che la città è ormai annegata nel vizio, nel lerciume e nel crimine, lo porta a sprofondare ancora di più nell'isolamento e nell'alienazione e a convincersi di doversi fare giustizia da solo.
Il mio voto: 8/10
Commento:
Il fatto che io non avessi mai visto Taxi driver, pur avendone letto da sempre elogi ed approvazioni, rappresenta esattamente il mio status di "spettatore per caso", distratto e disorganizzato, che sono stato finora.
Ho approfittato quindi dell'ultimo passaggio televisivo su Rete 4, per non farmi sfuggire nuovamente il film di Scorsese.
Dunque... la storia, pensandoci a mente fredda e dopo parecchie ore dalla visione, non credo si possa definire il massimo dell'originalità. Ma "Taxi driver", a mio avviso, rappresenta un esempio, anzi direi un manifesto, di quello che dovrebbe fare il cinema. E cioè trasmettere emozioni.
Tutto, in questo film, contribuisce in maniera perfetta a calare lo spettatore nel taxi di Travis. Dalla musica di Herrmann (che, leggo, essere stato il musicista preferito da Hitchcock!), che evoca atmosfere urbane, alla fotografia "realistica", alla straordinaria interpretazione di De Niro completamente immerso nella parte dell'alienato e schizofrenico Travis, alla perfetta regia di Scorsese.
Un gran bel film: come ho fatto ad aspettare più di 30 anni per decidermi a vederlo!?!?
Regia: Martin Scorsese
Anno produzione: 1976
Interpreti: Robert De Niro, Jodie Foster, Cybill Shepherd
Trama: Un marine reduce dalla guerra del Vietnam, si ritrova a New York solo e insonne. Decide allora di diventare tassista di notte. I suoi tentativi di uscire dalla solitudine falliscono miseramente e questo, unito alla constatazione che la città è ormai annegata nel vizio, nel lerciume e nel crimine, lo porta a sprofondare ancora di più nell'isolamento e nell'alienazione e a convincersi di doversi fare giustizia da solo.
Il mio voto: 8/10
Commento:
Il fatto che io non avessi mai visto Taxi driver, pur avendone letto da sempre elogi ed approvazioni, rappresenta esattamente il mio status di "spettatore per caso", distratto e disorganizzato, che sono stato finora.
Ho approfittato quindi dell'ultimo passaggio televisivo su Rete 4, per non farmi sfuggire nuovamente il film di Scorsese.
Dunque... la storia, pensandoci a mente fredda e dopo parecchie ore dalla visione, non credo si possa definire il massimo dell'originalità. Ma "Taxi driver", a mio avviso, rappresenta un esempio, anzi direi un manifesto, di quello che dovrebbe fare il cinema. E cioè trasmettere emozioni.
Tutto, in questo film, contribuisce in maniera perfetta a calare lo spettatore nel taxi di Travis. Dalla musica di Herrmann (che, leggo, essere stato il musicista preferito da Hitchcock!), che evoca atmosfere urbane, alla fotografia "realistica", alla straordinaria interpretazione di De Niro completamente immerso nella parte dell'alienato e schizofrenico Travis, alla perfetta regia di Scorsese.
Un gran bel film: come ho fatto ad aspettare più di 30 anni per decidermi a vederlo!?!?
martedì 25 settembre 2007
Fino all'ultimo respiro
Titolo: Fino all'ultimo respiro
Regia: Jean-Luc Godard
Anno produzione: 1960
Interpreti: Jean-Paul Belmondo, Jean Seberg
Trama: Un ladro di auto, dopo essere stato costretto ad uccidere un poliziotto che lo inseguiva, si reca a Parigi da una ragazza americana di cui si era innamorato tempo addietro.
Il mio voto: 5/10
Commento:
Mi sono detto che era ora di fare sul serio, di passare a qualcosa di più impegnativo, di universalmente riconosciuto come pietra miliare della cinematografia mondiale. Mi sono detto che era ora di guardare l'opera prima di Jean-Luc Godard, del film manifesto della nouvelle vague.
Mha.
Sarà che è necessario contestualizzare, che quel montaggio schizzato e quei dialoghi inconsistenti (delle "pippe mentali" sull'insoddisfazione dell'esistenza e sull'amore-non-amore) erano voluti e funzionali alla rottura con la cinematogfia ufficiale del tempo, sarà che forse non ho gli adeguati riferimenti culturali o semplicemente ho un'esistenza banalmente priva di quei vuoti interrogativi che il regista pare voler porre, ma a me questo film è sembrato proprio brutto.
Salvo solo le immagini finali, le smorfie che Michel fà a Patrizia prima di morire.
Sono comunque aperto ad ogni commento di chi voglia spiegarmi se e perchè mi sbaglio.
Regia: Jean-Luc Godard
Anno produzione: 1960
Interpreti: Jean-Paul Belmondo, Jean Seberg
Trama: Un ladro di auto, dopo essere stato costretto ad uccidere un poliziotto che lo inseguiva, si reca a Parigi da una ragazza americana di cui si era innamorato tempo addietro.
Il mio voto: 5/10
Commento:
Mi sono detto che era ora di fare sul serio, di passare a qualcosa di più impegnativo, di universalmente riconosciuto come pietra miliare della cinematografia mondiale. Mi sono detto che era ora di guardare l'opera prima di Jean-Luc Godard, del film manifesto della nouvelle vague.
Mha.
Sarà che è necessario contestualizzare, che quel montaggio schizzato e quei dialoghi inconsistenti (delle "pippe mentali" sull'insoddisfazione dell'esistenza e sull'amore-non-amore) erano voluti e funzionali alla rottura con la cinematogfia ufficiale del tempo, sarà che forse non ho gli adeguati riferimenti culturali o semplicemente ho un'esistenza banalmente priva di quei vuoti interrogativi che il regista pare voler porre, ma a me questo film è sembrato proprio brutto.
Salvo solo le immagini finali, le smorfie che Michel fà a Patrizia prima di morire.
Sono comunque aperto ad ogni commento di chi voglia spiegarmi se e perchè mi sbaglio.
lunedì 24 settembre 2007
I basilischi
Titolo: I basilischi
Regia: Lina Wertmuller
Anno produzione: 1963
Interpreti: Stefano Satta Flores, Rosanna Santoro
Trama: Alcuni giovani di una cittadina meridionale tentano, con pochissimo impegno e nessun successo, di uscire dal noioso ed abitudinario vissuto quotidiano provinciale.
Il mio voto: 8/10
Commento:
Dopo le opere prime di Ozpetec e di Lizzani, perchè no, l'opera prima di Lina Wertmuller.
La scelta di vedere questo film, però, non è dovuta a questo, ma al semplice fatto che, essendo io barese, mi incuriosiva gaurdare come la regista romana avesse rappresentato dei miei corregionali (credo che il film sia stato girato a Minervino Murge).
Sono rimasto davvero favorevolmente impressionato. Il film, girato nel 1963, è di una attualità incredibile. L'immobilismo, purtroppo molto diffuso fra i giovani meridionali, è rappresentato in maniera divertente ma efficace. La frase che una delle protagoniste dice ad un giovane che aveva precedentemente usato come scusa per non impegnarsi in una coperativa, il doversi laureare, è particolarmente significativa: "Qua siamo quattro gatti , di cui tre laureati.". Bellissima anche la frase finale del film, lapidaria (non la ricordo esattamente ma più o meno...): "E così il suo trasferimento a Roma diventò solo uno dei tanti argomenti su cui chiacchierare, come anche il progetto della coperativa per produrre i salamini. Perchè è questo che si fà qui... si chiacchiera..."
Regia: Lina Wertmuller
Anno produzione: 1963
Interpreti: Stefano Satta Flores, Rosanna Santoro
Trama: Alcuni giovani di una cittadina meridionale tentano, con pochissimo impegno e nessun successo, di uscire dal noioso ed abitudinario vissuto quotidiano provinciale.
Il mio voto: 8/10
Commento:
Dopo le opere prime di Ozpetec e di Lizzani, perchè no, l'opera prima di Lina Wertmuller.
La scelta di vedere questo film, però, non è dovuta a questo, ma al semplice fatto che, essendo io barese, mi incuriosiva gaurdare come la regista romana avesse rappresentato dei miei corregionali (credo che il film sia stato girato a Minervino Murge).
Sono rimasto davvero favorevolmente impressionato. Il film, girato nel 1963, è di una attualità incredibile. L'immobilismo, purtroppo molto diffuso fra i giovani meridionali, è rappresentato in maniera divertente ma efficace. La frase che una delle protagoniste dice ad un giovane che aveva precedentemente usato come scusa per non impegnarsi in una coperativa, il doversi laureare, è particolarmente significativa: "Qua siamo quattro gatti , di cui tre laureati.". Bellissima anche la frase finale del film, lapidaria (non la ricordo esattamente ma più o meno...): "E così il suo trasferimento a Roma diventò solo uno dei tanti argomenti su cui chiacchierare, come anche il progetto della coperativa per produrre i salamini. Perchè è questo che si fà qui... si chiacchiera..."
venerdì 21 settembre 2007
Achtung! Banditi!
Titolo: Achtung! Banditi!
Regia: Carlo Lizzani
Anno produzione: 1951
Interpreti: Gina Lollobrigida, Andrea Checchi
Trama: Un gruppo di partigiani liguri è in missione per recuperare delle armi. Giunti a Genova si uniscono agli operai di una fabbrica per organizzare la resistenza.
Il mio voto: 6,5/10
Commento:
Non conoscevo Carlo Lizzani (ho premesso di essere uno spettatore ignorante e "casuale", seppur con la curiosità di conoscere), ma la mia attenzione è stata rapita da un film documentario biografico sul regista, trasmesso da La7 alcuni giorni fà: "Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani". Mi è quindi venuta la voglia di conoscere meglio il cinema di Lizzani e, come spesso faccio anche in altre circostanze, ho iniziato dal principio, dal primo film del regista romano: "Achtung! Banditi!".
La visione è stata abbastanza deludente. Il film sembra più un documentario di indottrinamento sulla resistenza che non un film vero e proprio. I dialoghi sono freddi, e a mio avviso lasciano trasparire le nozioni ma non i sentimenti. Considerato, però, che si tratta di un'opera prima, mi riservo di vedere qualche altro film di Lizzani prima di desistere.
Regia: Carlo Lizzani
Anno produzione: 1951
Interpreti: Gina Lollobrigida, Andrea Checchi
Trama: Un gruppo di partigiani liguri è in missione per recuperare delle armi. Giunti a Genova si uniscono agli operai di una fabbrica per organizzare la resistenza.
Il mio voto: 6,5/10
Commento:
Non conoscevo Carlo Lizzani (ho premesso di essere uno spettatore ignorante e "casuale", seppur con la curiosità di conoscere), ma la mia attenzione è stata rapita da un film documentario biografico sul regista, trasmesso da La7 alcuni giorni fà: "Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani". Mi è quindi venuta la voglia di conoscere meglio il cinema di Lizzani e, come spesso faccio anche in altre circostanze, ho iniziato dal principio, dal primo film del regista romano: "Achtung! Banditi!".
La visione è stata abbastanza deludente. Il film sembra più un documentario di indottrinamento sulla resistenza che non un film vero e proprio. I dialoghi sono freddi, e a mio avviso lasciano trasparire le nozioni ma non i sentimenti. Considerato, però, che si tratta di un'opera prima, mi riservo di vedere qualche altro film di Lizzani prima di desistere.
giovedì 20 settembre 2007
Il bagno turco - Hamam
Titolo: Il bagno turco - Hamam
Regia: Ferzan Ozpetek
Anno produzione: 1997
Interpreti: Alessandro Gassman, Francesca D'Aloja
Trama: Un architetto romano eredita, da una zia mai conosciuta, un bagno turco ad Istanbul. Giunto sul posto per trattare rapidamente la vendita dell'immobile, rimane invece rapito dalla città e dall'affetto della famiglia turca che ospitava la vecchia zia, e decide di non vendere più e addirittura di rimanere per un periodo in Turchia.
Il mio voto: 8/10
Commento
Per il battesimo del blog ho scelto di vedere il primo film di Ferzan Ozpetek.
Dello stesso regista avevo già visto in precedenza praticamente tutto (credo mi manchi solo "Cuore sacro") rimanendo sempre alquanto "tiepido".
"Il bagno turco - Hamam", invece, mi ha affascinato. Il problema è che non sò dire il perchè. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: rapporti interpersonali intensi, gruppo di amici/parenti che formano quasi una famiglia allargata, protagonisti omosessuali. In più sullo sfondo c'è Istanbul. E forse è proprio questo il "perchè" che cercavo. La città turca, che strega il protagonista del film (un buon Alessandro Gassman, a mio avviso), aveva stregato anche me nella mia, seppur brevissima, permanenza della scorsa estate.
Regia: Ferzan Ozpetek
Anno produzione: 1997
Interpreti: Alessandro Gassman, Francesca D'Aloja
Trama: Un architetto romano eredita, da una zia mai conosciuta, un bagno turco ad Istanbul. Giunto sul posto per trattare rapidamente la vendita dell'immobile, rimane invece rapito dalla città e dall'affetto della famiglia turca che ospitava la vecchia zia, e decide di non vendere più e addirittura di rimanere per un periodo in Turchia.
Il mio voto: 8/10
Commento
Per il battesimo del blog ho scelto di vedere il primo film di Ferzan Ozpetek.
Dello stesso regista avevo già visto in precedenza praticamente tutto (credo mi manchi solo "Cuore sacro") rimanendo sempre alquanto "tiepido".
"Il bagno turco - Hamam", invece, mi ha affascinato. Il problema è che non sò dire il perchè. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: rapporti interpersonali intensi, gruppo di amici/parenti che formano quasi una famiglia allargata, protagonisti omosessuali. In più sullo sfondo c'è Istanbul. E forse è proprio questo il "perchè" che cercavo. La città turca, che strega il protagonista del film (un buon Alessandro Gassman, a mio avviso), aveva stregato anche me nella mia, seppur brevissima, permanenza della scorsa estate.
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